
MIUCCIA PRADA: DALL’ARTE DEL BRUTTO A QUELLA DEL BELLO, PRESA PER MANO DA PATRIZIO BERTELLI
“Se sono riuscita in qualcosa, è stato rendere il brutto attraente” 1, afferma Miuccia Prada. Donna colta e intelligente che con le sue idee, fuori dal comune per quei tempi, ha saputo sovvertire le regole della moda: ha modellato il suo successo sul concetto del “brutto” –ugly chic-, per trasformarlo in icone di tendenza.
La sua è una storia di successo e di carattere: di come una ragazza della media borghesia milanese, affascinata dalla cultura teatrale del Piccolo Teatro di Milano e dalle idee rivoluzionarie di sinistra, si trovi a condurre l’azienda del nonno “partigiano” Mario Prada e del fratello Martino nella galleria Vittorio Emanuele II di Milano, nota come negozio di pelletteria e coloniali.
Storia che narra come Maria Bianchi, in arte Miuccia Prada, abbia affrontato il cambiamento, sviluppando nuove idee imprenditoriali, aprendosi all’aiuto e al sostegno di suo marito Patrizio Bertelli.
La storia di Miuccia Prada, pseudonimo di Maria Bianchi, ha origini ben lontane: inizia nel 1913, quando suo nonno materno Mario Prada e il fratello Martino, aprono un negozio in galleria Vittorio Emanuele II di Milano, Fratelli Prada S.r.l. “Negozio non di pelletteria come si vorrebbe, ma piuttosto di sfizi coloniali, di bauli e nécessaire dannunziani – di pelle di elefante, tricheco, serpente e alligatore”, racconta Michele Masneri sul Foglio. 2
Il facoltoso Mario Prada non è un artigiano del lusso bensì un personaggio alquanto curioso, già militare di Marina (prima di diventare partigiano), il cui prodotto di punta diviene il baule da piroscafo, dei più eccentrici, avente inserti in argento e cristallo. Un prodotto che piace fin da subito.
Ormai divenuto punto di riferimento per gli acquisti dell’aristocrazia e alta borghesia, grazie alla posizione centrale, dopo ben sei anni diviene fornitore ufficiale della Casa Reale dei Savoia, ottenendo il diritto a trarre ispirazione per il suo marchio dagli elementi araldici dello stemma dei Savoia, quale ad esempio lo scudo crociato.
La corda intrecciata in 4 punti diviene parte essenziale del marchio Prada che include questo nome nel segno distintivo. La parte denominativa del marchio Prada utilizza una stilizzazione grafica, rimasta quasi immutata nel tempo, dai tratti “affilati” delle lettere, così da caratterizzarla e facilitarne il ricordo del pubblico.
Mario Prada ebbe due figlie, Luisa e Nanda: “la Luisa” sposò Gino Bianchi e fece tre figli, Alberto, Marina e Maria. Maria Bianchi, la più piccola nata il 10 maggio 1948, è lei, che diventerà Miuccia Prada (Prada arriverà solo negli anni ’80).
Zia Nanda, rimasta signorina, si prenderà cura dei suoi tre nipoti che saranno coloro che erediteranno formalmente l’attività.
Nessuna donna, secondo il fondatore, doveva guidare la boutique, però dopo la sua morte avvenuta nel 1958, fu proprio la figlia Luisa a rilevarla.
Intanto Miuccia, muoveva i suoi primi passi nel mondo, sebbene propensa a fare tutt’altro. Lei dice: “Avevo tanti sogni per la testa. Volevo fare qualcosa di socialmente utile. Sognavo di recitare con Giorgio Streller. La moda mi piaceva anche allora, da pazzi, ma soltanto pensare di lavorarci, mi faceva star male… Stilista?!… Una cosa da donne, …per quel tipo di donne.” 3
Per Miuccia seguirono gli studi al famoso liceo classico di Milano, Giovanni Berchet, che si distingueva per la qualità d’insegnamento; poi, la militanza nel Pci milanese (sezione Porta Romana) e il contributo sociale al circolo dell’U.D.I. (Unione Donne Italiane).
Di lei parla un ex deputato del Pci Milanese così: “Miuccia veniva sempre con questi Yves Saint Laurent che comprava ai saldi, e il lunedì non avendo orari d’ufficio veniva a lavare le pentole al nostro festivalino dell’Unità che si organizzava nei giardini di Porta Romana”. 4
Si laurea in Scienze Politiche con tesi dal titolo “Il partito comunista italiano e la scuola”, studia per cinque anni recitazione e mimica al Piccolo Teatro di Milano e nel 1978 (all’età di 30 anni), purtroppo per lei (ndr), subentra alla madre (Luisa) nella guida dell’azienda.
La sua vita è contrastata: da una parte, l’ambiente politico e culturale che frequenta abitualmente e che notoriamente non può dirsi appassionata della moda; dall’altra, la chiamata al lavoro di famiglia che si collega al gusto corrente e alle sue tendenze.
L’anno prima, al Mipel (fiera della pelletteria di Milano) aveva incontrato Patrizio Bertelli, suo compagno, futuro marito e mentore. Secondo quanto dichiarato da Michele Masneri nel suo articolo, Miuccia è abile ad accorgersi che l’uomo, produttore toscano e astuto commerciante, era intento da anni a “copiarle” borse 5; all’inizio, tra i due nasce un odio profondo, ma anche l’avvio di una relazione in cui i due si conoscono profondamente e, senza accorgersene, trasformatasi in una storia d’amore.
“Il Bertelli” (così come lo chiama Miuccia in qualche sua intervista), era già attivo nella produzione di cinturoni per jeans, venduti con il marchio Sir Robert acquistato dallo stesso nel 1967. Il suo spirito imprenditoriale lo spinge all’età di 31 anni alla costituzione della società denominata “I Pellettieri d’Italia”, azienda attiva nel mercato del cuoio.
Fra i due nasce un accordo commerciale.
Il connubio tra l’intuizione e la creatività di Miuccia e la strategia imprenditoriale di Bertelli si rivela vincente: infatti, questo ottiene la licenza per produrre e distribuire in esclusiva articoli in pelle a marchio Prada. Tale accordo perdura fino al 2003, anno in cui l’IPI S.p.A. (I Pellettieri d’Italia) si fonde nella Prada S.p.A.
“La pacca sulla spalla di Patrizio Bertelli sulla stilista ha sempre funzionato bene.” Difatti, è proprio l’imprenditore toscano a premere su Miuccia e a permetterle di superare i suoi limiti.
Nel 1979 la gamma dei prodotti si amplia, affiancando alla pelletteria la prima collezione di calzature Donna.
Nel 1983 Prada apre un secondo negozio a Milano nel triangolo della moda, ovvero nella prestigiosa Via della Spiga, una delle principali mete europee per lo shopping.
Nel 1985 da direttore creativo della maison, Miuccia Prada, inizia la scalata verso il successo disegnando quello che diventerà un’intramontabile icona: lo zaino di alta gamma realizzato in nylon nero pocono, resistente e impermeabile. Le borse e gli zaini vengono identificati dall’iconico logo: un triangolo rovesciato in metallo, ispirato alla chiusura dei bauli del nonno.
Nel 1988 la stilista milanese disegna la sua prima collezione di prêt-à-porter femminile, debuttando alla “settimana della moda”. Lei dichiara: “Fare una sfilata, fu facilissimo: realizzai tutto quello che mi piaceva e che non trovavo. Per dieci anni mi ero vestita solo di capi vintage e di uniformi da cameriera o da militare.” 6 In pochi la apprezzano, le sue creazioni non vengono comprese della stampa italiana, dato che queste vanno ben oltre la moda del tempo e spesso ne anticipano i tempi (lei che gira a gambe nude anche a 10 gradi sottozero o porta i calzini di lana con i sandali).
Nello stesso anno il suo primo palcoscenico è New York, fu un vero e proprio successo: gli Stati Uniti si “innamorano” del suo stile.
Solo dopo esser diventata un’icona negli Stati Uniti e in Inghilterra, Miuccia Prada riporta le sue collezioni sulle passerelle milanesi; qui, erano presenti gli stessi giornalisti italiani che prima l’avevano snobbata, ora invece, venivano lasciati fuori alla porta di via Maffei. Scoppia uno scandalo a mezzo stampa, volano accuse di “censura”.
Negli anni Novanta, a pace fatta con i giornalisti, il marchio Prada diventa in breve tempo un vero e proprio fenomeno della moda, simbolo del lusso minimalista fatto di scelte stilistiche inaspettate: inconsuete scelte di modelli e indossatori, accostamenti di colore, ecc.
Pochi anni dopo nel 1993, c’è il suo debutto nella linea Uomo, con la prima collezione di abbigliamento e calzature. Lo stesso anno, l’ispirazione creativa di Miuccia Prada la spinge a dar vita a un nuovo marchio, Miu Miu (nome vezzeggiativo) per capi femminili sperimentali e moderni, destinati a un pubblico più giovanile.
A caratterizzare la coppia vincente della moda (Prada-Bertelli), è stato l’essere intuitivi e pionieri, affascinati dall’arte contemporanea e dal mecenatismo.
Infatti, insieme all’attività imprenditoriale, i due coniugi istituiscono il progetto Milano Prada Arte, in seguito ribattezzato Fondazione Prada, spazio d’arte dedicato alla promozione della cultura contemporanea attraverso mostre ed eventi d’arte.
La stilista guarda all’arte come uno strumento, anche politico, per riflettere sul cambiamento della quotidianità: “La moda è un linguaggio istantaneo.” 7 e l’uomo comunica anche attraverso di essa.
Nel 1995, Miuccia Prada insieme a Patrizio Bertelli (amministratore delegato della società Prada), internazionalizzano i loro prodotti ed estendono il marchio Prada in nuovi settori.
Nel 1997 Bertelli, esperto velista, finanzia la partecipazione della barca a vela Luna Rossa all’American’s Cup, così da sponsorizzare la nuova linea di prodotti sportivi, marchiati Prada Sport (ne sono un esempio le scarpe bianche e rosse); le influenze di questa linea si riflettono sulle linee (Donna e Uomo) e sul marchio Miu Miu.
Negli anni successivi il gruppo ingloba altre case di moda Helmut Lang, Jil Sander, Church’s, Car Shoe, Fendi e Azzedine Alaïa.
Nel 2000 lancia la linea di occhiali Prada Eyewear. Nel 2003 sigla un contratto di licenza, rinnovato nel 2012, con il produttore italiano di occhiali Luxottica.
Dopo ben tre tentativi a Piazza Affari sempre sfumati poco prima del traguardo, il 24 giugno 2011, Patrizio Bertelli riesce a far quotare Prada S.p.A. ad Hong Kong; la capogruppo quotata in borsa, riesce a trovare denaro per nuovi investimenti destinati ad aumentare la propria presenza sul territorio mondiale attraverso i negozi monomarca Prada.
Nel 2014 Prada S.p.A. acquisisce il controllo della Angelo Marchesi S.r.l., proprietaria della storica pasticceria fondata nel 1824, segnando così l’ingresso nel settore food e, nel 2015 apre la prima pasticceria in via Monte Napoleone.
Ad oggi, il Gruppo Prada è formato da almeno cinque brand di successo: Prada, Miu Miu, Chruch’s, Marchesi e Car Shoe.
Il 29 Ottobre 2019 Prada Holding, acquisisce il controllo di ogni attività di famiglia a marchio Prada: rileva per 66 milioni di euro Fratelli Prada S.r.l.
Oggi, i marchi Prada sono intestati per la maggior parte a Prada S.A. con sede a Lussemburgo (controllata da Prada S.p.A.) e per la restante parte a Prada S.p.A. con sede in Italia.
– Prada S.A. ha i marchi tutelati in tutti i suoi aspetti grafici e letterali, nei seguenti Paesi: Stati Uniti (Marchi Federali) (48 marchi), Stati Uniti (Marchi Statali) (4 marchi), Canada (33 marchi), Messico (91 marchi), Bermuda (2 marchi), Costa Rica (6 marchi), El Salvador (9 marchi), Guatemala (41 marchi), Nicaragua (55 marchi), Panama (51 marchi), Argentina (64 marchi), Bolivia (10 marchi), Brasile (133 marchi), Cile (18 marchi), Colombia (69 marchi), Ecuador (7 marchi), Guyana (9 marchi), Paraguay (65 marchi), Perù (111 marchi), Suriname (1 marchio), Uruguay (20 marchi), Venezuela (72 marchi), Bahamas (5 marchi), Giamaica (2 marchi), Repubblica Dominicana (2 marchi), Saint Vincent e Grenadine (2 marchi), Trinidad e Tobago (2 marchi), Andorra (10 marchi), Benelux (37 marchi), Bielorussia (1 marchio), Cipro (23 marchi), Danimarca (10 marchi), Federazione Russa (1 marchio), Finlandia (9 marchi), Francia (1 marchio), Germania (2 marchi), Gibilterra (4 marchi), Grecia (9 marchi), Irlanda (10 marchi), Islanda (7 marchi), Italia (18 marchi), Kosovo (3 marchi), Malta (30 marchi), Norvegia (1 marchio), Regno Unito (17 marchi), Romania (1 marchio), Serbia (1 marchio), Spagna (23 marchi), Svezia (9 marchi), Svizzera (1 marchio), Turchia (17 marchi), Marchi UE (56 marchi), Arabia Saudita (14 marchi), Bahrein (9 marchi), Cisgiordania (Giudea e Samaria) (7 marchi), Emirati Arabi Uniti (16 marchi), Gaza (1 marchio), Giordania (22 marchi), Iran (3 marchi), Israele (56 marchi), Kuwait (15 marchi), Libano (2 marchi), Oman (6 marchi), Qatar (22 marchi), Siria (1 marchio), Yemen (9 marchi), Ghana (4 marchi), Libia (8 marchi), Madagascar (2 marchi), Malawi (5 marchi), Marocco (1marchio), Maurizio (1 marchio), Nigeria (3 marchi), O.A.P.I. Organizzazione Africana della Proprietà Intellettuale (7 marchi), Seicelle (5 marchi), Sudafrica (9 marchi), Tanzania (3 marchi), Tunisia (17 marchi), Zimbabwe (5 marchi), Bangladesh (10 marchi), Brunei (2 marchi), Cambogia (4 marchi), Cina (61 marchi), Corea del Sud (78 marchi), Filippine (22 marchi), Giappone (47 marchi), Hong Kong (40 marchi), India (39 marchi), Indonesia (96 marchi), Macao (36 marchi), Malesia (52 marchi), Myanmar (1 marchio), Pakistan (7 marchi), Singapore (54 marchi), Sri Lanka (3 marchi), Taiwan (91 marchi), Thailandia (68 marchi), Vietnam (1 marchio), Australia (15 marchi), Nuova Zelanda (38 marchi), Tutti i marchi internazionali (IR) (61 marchi).
– Prada S.p.A. ha i marchi tutelati in tutti i suoi aspetti grafici e letterali, nei seguenti Paesi: Stati Uniti (Marchi Federali) (7 marchi), Canada (3 marchi), Messico (4 marchi), Argentina (1 marchio), Venezuela (6 marchi), Benelux (1 marchio), Italia (12 marchi), Regno Unito (2 marchi), Marchi UE (6 marchi), Arabia Saudita (1 marchio), Libano (1 marchio), Qatar (1 marchio), Hong Kong (1 marchio), Malesia (1 marchio), Tutti i marchi internazionali (IR) (7 marchi).
Fonti:
1 <intraprendere.net/18749/biografia-di-miuccia-prada/>
2, 4, 5 <www.minimaetmoralia.it/wp/miuccia-prada/>
3 <www.youtube.com/watch?v=eNh2HsoVCys>
6 <d.repubblica.it/moda/2015/12/05/news/miuccia_prada_intervista-2884238/>
7 <www.esquire.com/it/stile/moda-uomo/a20728946/miuccia-prada-biografia/>
<www.pradagroup.com/it/perspectives/stories/sezione-excursus/fondazione-prada.html>
<consumerlab.it/wp-content/uploads/2019/02/PRADA.pdf>
<www.amministratoridelegati.com/patrizio-bertelli/>
<www.successo.com/2015/03/11/patrizio-bertelli-il-pilastro-di-prada/>
<www.pambianconews.com/2019/10/31/prada-compra-fratelli-prada-per-66-mln-277661/>
<www.ilpost.it/2018/05/10/miuccia-prada-che-ci-ha-insegnato-il-bello-nel-brutto/>
<www.ilfoglio.it/gli-inserti-del-foglio/2015/07/20/news/le-lacrime-amare-di-miuccia-prada-von-kant-85893/>