MARCHI E UOMINI DI SUCCESSO: Ferruccio Lamborghini uomo leale e caparbio come un “toro”.
“La storia di Lamborghini è presto detta: gli altri erano inferiori!” Così rispose ad un’intervista Ferruccio Lamborghini nel raccontare la storia delle sue automobili. 1
Lamborghini Automobili S.p.A. è oggi una fra le prime cinque aziende italiane produttrici di automobili sportive di alta gamma. Molto apprezzate da grandi personaggi pubblici e dal mercato dell’usato, tanto che il modello Miura P400 S degli anni 60, appartenente al pilota Hans-Peter Weber, ritrovato in un antico fienile, è stato venduto ad 1 milione di euro.
La storia della Lamborghini Automobili ebbe ufficialmente inizio nel ‘63 grazie a Ferruccio Lamborghini, classe 1916, nato sotto il segno del Toro, uomo abile, forte, determinato e innanzitutto il genio visionario dell’azienda.
Così come da una recente intervista a Tonino Lamborghini, Ferruccio Lamborghini era uno che si era fatto da sé, ci metteva le mani e quando qualcuno sbagliava, gli insegnava come fare; per queste cose aveva talento.
Era ambizioso, concreto e con l’attitudine al rischio tipico dell’imprenditore, così da passare in poco tempo da operaio, ad artigiano e poi imprenditore.
Figlio di agricoltori e appassionato di motori, terminati gli studi (professionali) fa l’apprendista da un fabbro della zona in un piccolo paese della provincia di Bologna (Renazzo); qui impara i segreti della lavorazione del ferro e della saldatura.
La sua determinazione e tenacia lo portano a farsi assumere dal Cavalier Righi, titolare dell’omonima officina che all’epoca era la più importante di Bologna perché aveva in appalto la manutenzione dei mezzi militari.
All’età di 18 anni, Ferruccio Lamborghini decide di aprire una bottega a Renazzo di Cento, piccola frazione di campagna fra Ferrara e Bologna, assieme al suo caro amico, Marino Filippini, col quale aveva già condiviso l’esperienza dal Cavalier Righi.
Durante la II Guerra Mondiale Ferruccio Lamborghini viene mandato a Rodi, in Grecia, nel 50° autoreparto misto di manovra (l’Autocentro), dove accumula una discreta esperienza nella riparazione e nel recupero di mezzi militari: ha modo così di conoscere e utilizzare gli strumenti più sofisticati e moderni dell’industria meccanica, italiana e straniera di allora.
Nel ‘46, un anno dopo la fine della guerra, finalmente tornato nel suo paese, sebbene non colpito dal conflitto, la sua posizione periferica rispetto alle grandi vie di comunicazione aveva influito negativamente sullo sviluppo di un’agricoltura moderna, nonostante per secoli fosse stata la miglior fonte di reddito di quelle zone.
Anche se all’epoca il mercato dei mezzi agricoli era dominato dai Landini, FIAT e Motomeccanica, Ferruccio Lamborghini decise di mettere alla prova le sue abilità tecniche e meccaniche e, alla fine del ‘47, produsse il suo primo trattore. A tal proposito dice: “Ero sempre più convinto che i contadini della Bassa, con i loro piccoli poderi, avessero la necessità di un trattore per poter lavorare al meglio e senza patire giornate massacranti. Mi sentivo in grado di soddisfare questa richiesta e decisi di costruire mezzi economici e potenti”.
Ferruccio Lamborghini a corto di mezzi, per realizzare il suo “prodotto” ha un’idea geniale: grazie all’aiuto del suo collega storico Vittorio Belletti, acquista materiale bellico in disuso e lo riadatta per la costruzione di mezzi agricoli, tra cui il primo modello di trattore Carioca, proposto ufficialmente ai suoi concittadini, il 3 febbraio del 1948 durante i festeggiamenti di San Biagio.
Gli agricoltori furono molto soddisfatti e Ferruccio Lamborghini ricevette svariati ordini a tal punto di decidere di ampliare la produzione. Ricevette un prestito dalla Banca di Cento, grazie alla garanzia di suo padre, con cui acquistò mille nuovissimi motori Morris 6 cilindri 3.500 cc alimentati a benzina con vaporizzatore, da montare sui suoi mezzi.
L’evoluzione del modello Carioca fu la trattrice L33.
Nel 1950, la produzione di soli trattori si attestò a 200 pezzi: per questo impiegò circa trenta operai. La parte amministrativa dell’azienda fu seguita dalla moglie, Annita.
L’attività cresceva e richiedeva altro spazio. Per cui, l’anno dopo, dovette traferirsi in un edificio molto più grande che comportò l’acquisto di un terreno di 10.000 metri quadrati ubicato nell’ex ippodromo della zona: qui, costruì il primo stabilimento di produzione specializzato in trattori.
Nacque la Trattori Lamborghini S.p.A., all’epoca una delle prime industrie in Europa.
Ferruccio Lamborghini era anche una persona a cui piaceva divertirsi sin da giovane con la passione delle belle e veloci automobili. Il benessere lo porta a scegliere il meglio anche per se, per cui diventa ottimo cliente del “cavallino rampante” di Maranello: la sua preferita era la 250GT.
Così come testimonia Tonino Lamborghini (figlio): “Mio padre possedeva all’epoca due Ferrari …, e la sera “facevano” le gare: Bologna – Cantagallo – Firenze. … la gente si incontrava per le gare, …un sorriso. Dai, poi vediamo chi vince! E chi vince paga. Paga un caffè! Insomma…, questa frizione… non reggeva alle sollecitazioni della macchina, fin quando mio padre smonta, prova, riprova, …riesce a adattare la frizione di uno dei nostri trattori. La macchina regge benissimo e quindi va …! Finito lì!”
Riferendosi al diverbio tra il padre e Enzo Ferrari riferisce: “Ora, che Ferrari fosse bravo, bravissimo, non l’abbiamo mai messo in discussione, né tanto meno mio padre. Però che una vettura potesse avere un difetto, rientrerebbe nella normalità dei casi. Ma forse anche le Lamborghini, forse hanno … dei difetti, per l’amor del cielo! Questo (riferendosi a Enzo Ferrari e all’incontro avvenuto a Maranello) lo tratta male, dicendo: “Tu non sai guidare le mie macchine, al massimo guidati i tuoi trattori!”
Mio padre molto arrabbiato, tornò dalla Ferrari …- mi ricordo come se fosse adesso – era sera e ci sedemmo a tavola. C’ero io, lui e mia madre. Mio padre molto “incazzato” e rigorosamente seduto a capotavola, molto contrariato, disse: “Ma guarda te come questo qua mi ha trattato, ma … io però gli ho comprato due Ferrari.
Ma caspita, io faccio 52 trattori al giorno. Ma chi si crede di essere?! Io adesso mi metto e faccio un’automobile!” Mia madre, che era colei che teneva la cassa di famiglia, oltre che dirigere lo stabilimento dei trattori, disse: “Ma insomma, ma Ferruccio, ma calmati. Si vede che era una giornata storta. Ma perché spendere tutti questi soldi, entrare in un’iniziativa del genere.” E lui, rispose: “Noi spendiamo, (parlando di quei tempi) un miliardo di vecchie lire in pubblicità stradale, con la cartellonistica viaria che ripeteva Trattori Lamborghini, Trattori Lamborghini, ecc.” E lui, disse: “Se io con quel miliardo (risparmio dalla pubblicità) faccio la fabbrica, se mi va bene, faccio un rumore tale che me la ripago. Quindi, …, posso risparmiare la pubblicità stradale.>> 2
Questo è quello che il figlio Tonino Lamborghini nella sua intervista poté raccontare riguardo la controversia tra Enzo Ferrari e suo padre, che portò quest’ultimo a fabbricare la sua prima auto sportiva.
La strategia vincente fu proprio quella di creare macchine con motori potenti e resistenti, ma allo stesso tempo belle, dando altrettanta importanza alla cura del design della carrozzeria e degli interni, entrambi di livello alto.
Pur non avendo l’appoggio di nessuno, compreso i suoi famigliari, Ferruccio Lamborghini sfida la sorte così da decidere di realizzare quello che è sempre stato oltre che una passione anche il suo sogno.
Tra la fine del ‘62 e maggio del ‘63, fonda a Sant’Agata Bolognese Automobili Ferruccio Lamborghini S.p.A.
Dal nulla e in meno di un anno, crea la fabbrica: un grande capannone centrale, luminosissimo, rigorosamente adiacente alla palazzina degli uffici in modo tale che i dirigenti controllino costantemente il processo produttivo.
Il controllo era importante così come il dare l’esempio, tant’è che come più volte testimoniato dalle persone a lui vicine, il fondatore dell’azienda non si tirava indietro nel dare l’esempio di come lavorare nei vari reparti produttivi. La mattina entrava in officina e se trovava qualcosa in disordine, nel suo dialetto bolognese molto stretto, diceva alla persona del reparto di provvedere a risistemare.
Da un’intervista al suo stretto collaboratore Ingegnere Stanzani emerge un aneddoto che sottolinea il carattere “prepotente” e fuori dall’ordinario di Ferruccio Lamborghini. Per evitare un aumento del prezzo sulla fornitura di pneumatici per i suoi trattori (all’epoca non era ancora iniziata la produzione di automobili), si presentò insieme al suo progettista direttamente alla Pirelli, ma a sua insaputa, direttamente nel palazzo Pirelli a Milano (ora palazzo della regione Lombardia), introducendosi con la sua Ferrari e, dopo aver chiesto di Leopoldo (come se già fosse stato amico del sig. Leopoldo Pirelli), vennero immediatamente ricevuti dall’Ing. Fausti (direttore della progettazione Pirelli) e da un altro responsabile commerciale.
All’epoca la Pirelli & C. S.p.A. era uno dei fornitori della Trattori Lamborghini, e futura fornitrice della Automobili Ferruccio Lamborghini, che si apprestava a ritoccare al rialzo i suoi listini di prodotto. Ferruccio di fronte a tali persone, quasi rimaste senza parole, improvvisò una scena quasi da cowboy, parlando, batté per tre volte i pugni sul tavolo, tanto costringere gli interlocutori di accettare completamente tutte le condizioni contrattuali che lui aveva in mente.
Il primo modello di auto 350 GTV nasce subito (1963). Al suo esordio, Lamborghini aveva le idee molto chiare, difatti, il motore, che avrebbe dovuto essere un 12 cilindri a V, fu assegnato a Giotto Bizzarrini, proveniente dal reparto progettazione propulsori della Ferrari, e design della carrozzeria a Nuccio Bertone, noto disegnatore dell’epoca.
A tali figure di spicco si aggiungono ben presto altri due promettenti ingegneri: Paolo Stanzani e Gian Paolo Dallara, che contribuiscono “sostanzialmente” a creare un telaio dall’apparenza bizzarra.
Ebbene, dopo pochi mesi dal completamento della fabbrica, l’azienda fu pronta a partecipare al Salone dell’Automobile di Torino del Novembre ‘63. In effetti, nonostante il poco tempo a disposizione, ma grazie al duro lavoro di tutti, fu presentata la splendente auto sportiva 350 GTV Lamborghini.
Solo due anni dopo il debutto del primo prototipo, e l’uscita di altri modelli di discreto successo, Lamborghini stupì ancora, così da presentare al Salone di Torino un nuovo telaio ancora più stravagante di quello iniziale, curato dagli stessi ingegneri dei primi modelli, e le cui fattezze erano destinate ad aggiungere ulteriore prestigio e distintività alla Casa di Sant’Agata Bolognese nell’ambito delle super sportive.
Il telaio, per quei tempi era unico, sorprendente e molto curato nei particolari, fu realizzato da Marcello Gandini: un mix di originalità di classe ed eleganza. Il lavoro per realizzare l’autovettura del secolo, così come raccontò lo stesso Gandini, fu estenuante: si lavorò 24 ore su 24, sette giorni su sette.
La Miura la possiamo considerare, per quei tempi, una vera e propria opera d’arte, dal nome anch’esso accattivante e che si ispirava ad una particolare razza di tori, così da legarsi all’immagine del toro già usata in azienda da tempo. Il toro tra l’altro era il segno zodiacale di Ferruccio Lamborghini.
Quindi così come Ferrari aveva il suo animale rappresentato dal cavallino, anche Lamborghini aveva il suo, dato dal toro che era la perfetta sintonia con l’immagine che Ferruccio aveva di sé e dei prodotti che concepiva: animale simbolo di forza, lealtà e coraggio, così da portare il fondatore a dire a coloro che avrebbero curato la grafica: <<… voglio un toro cattivo a cui si possono vedere gli attribuiti.>> 3
Nel ‘66, il modello Miura, fu presentato anche al Motor Show di Ginevra: in soli quattro mesi, entrò prepotentemente nella graduatoria dei modelli più importanti dell’anno.
Industriali, celebrità, personaggi di case reali vollero possedere a tutti i costi l’autovettura dell’anno: molti riuscirono anche ad averla, a partire dal Sultano del Brunei a Dean Martin, Elton John, Paul McCartney, lo Scià di Persia, Twiggy, Frank Sinatra e Grace di Monaco, così anche le star italiane dell’epoca Gino Paoli, Claudio Villa e Little Tony.
Da allora le idee si trasformarono subito in modelli di successo, e tra i tanti ricordiamo l’innovativo Marzal, un’incredibile quattro posti con motore posteriore montato trasversalmente dietro l’asse, con carrozzeria provvista di due inconsuete porte ad apertura verticale.
La Marzal, vettura nel complesso rivoluzionaria, fu esibita dal Principe Ranieri III di Monaco e sua moglie Grace Kelly all’inaugurazione del Gran Premio di Monte Carlo del ‘67. E 51 anni più tardi, è stata nuovamente esibita in pubblico in occasione del Gran Premio di Monte Carlo (Historique) dal Principe Alberto II di Monaco. 4
Sull’onda del successo di questi modelli, seguirono nel ‘68 la Islero, un’evoluzione della 400 GT e la Espada, prima Lamborghini a 4 posti. Due anni dopo, anche la Jarama e la piccola Urraco (con motore 2.500-V8).
In quel periodo il celebre Frank Sinatra dichiarava: “Chi vuole sembrare qualcuno compra una Ferrari, chi è già qualcuno compra una Lamborghini”. 5
Nel ‘72, Ferruccio Lamborghini abbandonò improvvisamente la sua azienda, cedendo la maggioranza delle azioni all’imprenditore svizzero Georges-Henri Rossetti e, l’anno successivo, vendette il restante pacchetto a René Leimer, amico di Rossetti.
Il motivo di questa inaspettata decisione fu proprio il bisogno di reperire denaro per finanziare la Trattori Lamborghini che necessitava di sostegno economico.
Questo periodo coincise con la perdita di entusiasmo dello stesso fondatore e con le agitazioni sindacali che da tempo si erano estese in gran parte delle fabbriche italiane per il che si ebbe il rallentamento della produzione e il peggioramento della qualità dei prodotti.
Nel giro di pochi anni, fu venduto anche il pacchetto azionario della Trattori Lamborghini S.p.A. alla SAME Deutz-Fahr, gruppo industriale multinazionale. Questo determinò il ritiro di Ferruccio Lamborghini a vita privata. Egli aveva già 67 anni e quelli che seguirono furono, per il marchio Lamborghini, periodi abbastanza difficili. Ad aggravare ulteriormente la situazione, fu la crisi petrolifera del ‘73 che scoraggiò nettamente l’acquisto di auto in genere e, anche, delle automobili sportive. Perfino la nuova proprietà svizzera fu spesso assente.
Nel ‘76, fu inserita a catalogo la prima decappottabile Lamborghini, la Silhouette.
Nell’agosto del ‘78, il tribunale di Bologna pose l’azienda in amministrazione controllata per evitare il fallimento.
Un anno dopo, per attenuare gli effetti della cassa integrazione, l’azienda volle utilizzare gli operai stipulando contratti d’opera con la FIAT, quindi adoperarsi per montare l’allestimento interno di 5000 modelli “127” (Rustica).
Il 28 febbraio 1980, i proprietari svizzeri non trovando un acquirente dell’azienda automobilistica, la misero in liquidazione. Per rilevarla fu fatta ufficiosamente dal suo stesso fondatore l’offerta di 3,5 miliardi di lire, ma il tribunale di Bologna aggiudicò per 3,85 miliardi di lire ai fratelli Patrick e Jean-Claude Mimran, facoltosi imprenditori francesi dello zucchero.
Il 23 maggio 1981, fu ufficializzata la cessione dell’attività che assunse il nome di Nuova Automobili Lamborghini S.p.A., con la nuova proprietà si rilevarono cambiamenti davvero importanti.
Con l’arrivo dei necessari capitali, l’attività della industria riprese a pieno ritmo: si completò lo sviluppo del modello Countach, molto richiesto; e si sostituì il modello Silhouette con il più evoluto Jalp, dal discreto successo.
Inaspettatamente, nell’aprile del ‘87, i fratelli Mimran vendettero la Lamborghini al presidente del colosso americano Chrysler, Gerard Greenwald, per circa 30 milioni di dollari, il quale si accollò anche i circa dieci miliardi di debiti. 6
Inizialmente, la novità fu accolta con entusiasmo e diede forza all’azienda ma subito dopo ci si rese conto che c’erano molti problemi a far coincidere le filosofie aziendali dei due marchi.
Ferruccio Lamborghini morì all’età di 76 anni subito dopo essersi rifiutato di riprendere la guida dell’azienda; si dice che il motivo fosse che i manager non avessero accettato la sua condizione di ricevere in regalo la vecchia 350GTV, primo modello Lamborghini. Prima della sua morte, ebbe piacere di far pace col vecchio rivale, Enzo Ferrari.
La Chrysler, il 21 gennaio 1994, cedette la Lamborghini alla holding Megatech, azienda presieduta dal finanziere Setiawan Djodi e da Tommy Suharto (figlio del premier indonesiano Suharto). 7
Questi ultimi, si dimostrarono aridi di investimenti difatti il loro interesse si concentrò maggiormente sul risanamento finanziario a danno della realizzazione del prodotto, e le vendite subirono una lenta e incessante flessione.
Nel ‘98, la Lamborghini fu acquistata per 110 milioni di dollari dal gruppo Audi, il quale ha prodotto fino ad oggi una serie di modelli innovativi di successo.
LA FORZA DISTINTIVA DEL MARCHIO LAMBORGHINI È RIMASTA SOLIDA! In tutti questi anni la sua grafica è stata pressoché la stessa: il nome in corsivo Lamborghini e un toro dorato in posizione da combattimento, posti all’interno di uno scudo nero contornato d’oro.
Oggi il marchio Lamborghini (al di là di quanto sia il fatturato nella vendita di auto) è talmente noto da essere usato per contraddistinguere altri beni e servizi di lusso. Infatti, lo stesso viene impiegato dal figlio Tonino Lamborghini per marchiare articoli di merchandising quali orologi, occhiali, Tech&Lifestyle, Italian Living e prodotti gastronomici (<www.lamborghini.it>). Mentre, la Figlia Patrizia Lamborghini usa il marchio Lamborghini per la sua Tenuta umbra (<www.tenutalamborghini.it>).
IL MARCHIO LAMBORGHINI È TENUTO AL SICURO IN TUTTO IL MONDO! Attualmente, il marchio Lamborghini, nei vari aspetti grafici e letterali, ha ricevuto tutela, così come segue.
Titolare: Automobili Lamborghini S.p.A. società ad azionista unico parte del Gruppo Audi, nei seguenti Paesi: Stati Uniti (53 marchi), Canada (40 marchi), Messico (55 marchi), Belize (1 marchio), Costa Rica (3 marchi), Guatemala (20 marchi), Honduras (1 marchio), Nicaragua (5 marchi), Panama (15 marchi), Argentina (70 marchi), Bolivia (26 marchi), Brasile (97 marchi), Cile (23 marchi), Colombia (27 marchi), Ecuador (15 marchi), Paraguay (28 marchi), Perù (78 marchi), Uruguay (6 marchi), Venezuela (48 marchi), Bahamas (3 marchi), Repubblica Dominicana (2 marchi), Andorra (9 marchi), Danimarca (5 marchi), Estonia (1 marchio), Federazione Russa (1 marchio), Finlandia (3 marchi), Georgia (1 marchio), Germania (12 marchi), Grecia (8 marchi), Italia (82 marchi), Kosovo (7 marchi), Lettonia (1 marchio), Norvegia (3 marchi), Regno Unito (11 marchi), Svezia (5 marchi), Svizzera (13 marchi), Marchi UE (122 marchi), Arabia Saudita (102 marchi), Bahrein (4 marchi), Emirati Arabi Uniti (83 marchi), Giordania (36 marchi), Iraq (2 marchi), Israele (48 marchi), Kuwait (36 marchi), Libano (10 marchi), Oman (6 marchi), Qatar (54 marchi), Siria (2 marchi), Yemen (2 marchi), Sudafrica (31 marchi), Tanzania (2 marchi), Tunisia (4 marchi), Afghanistan (2 marchi), Bangladesh (1 marchi), Cambogia (17 marchi), Cina (46 marchi), Corea del Sud (12 marchi), Filippine (11 marchi), Hong Kong (43 marchi), India (40 marchi), Indonesia (29 marchi), Macao (47 marchi), Malesia (93 marchi), Pakistan (5 marchi), Singapore (18 marchi), Sri Lanka (5 marchi), Taiwan (47 marchi), Australia (9 marchi), Nuova Zelanda (21 marchi), Tutti i marchi internazionali (IR) (70 marchi).
Titolare: Tonino Lamborghini S.p.A. nei seguenti Paesi: Stati Uniti (8 marchi), Canada (2 marchi), Bolivia (1 marchio), Brasile (8 marchi), Perù (2 marchi), Federazione Russa (2 marchi), Italia (17 marchi), Kosovo (1 marchio), Marchi UE (13 marchi), Arabia Saudita (2 marchi), Emirati Arabi Uniti (8 marchi), Kuwait (2 marchi), Libano (1 marchio), Qatar (2 marchi), Nigeria (1 marchio), Sudafrica (5 marchi), Tunisia (1 marchio), Afghanistan (1 marchio), Brunei (1 marchi), Cambogia (2 marchi), Cina (24 marchi), Corea del Sud (2 marchi), Giappone (1 marchio), Hong Kong (8 marchi), India (2 marchi), Indonesia (9 marchi), Laos (2 marchi), Macao (36 marchi), Malesia (9 marchi), Myanmar (1 marchio), Taiwan (14 marchi), Thailandia (1 marchio), Australia (2 marchi), Tutti i marchi internazionali (IR) (16 marchi).
Titolare: Tenuta Lamborghini S.r.l. (della figlia di Ferruccio, Patrizia Lamborghini), nei seguenti Paesi: Stati Uniti (1 marchio), Argentina (1 marchio), Colombia (1 marchio), Italia (1 marchio), Regno Unito (1 marchio), Marchi UE (2 marchi), Cina (10 marchi), Giappone (1 marchio), Hong Kong (1 marchio), Taiwan (1 marchio), Australia (1 marchio), Tutti i marchi internazionali (IR) (2 marchi).
Fonti:
1, 5 <www.motoremotion.it/2016/04/27/lamborghini-storia-nata-sfida/>
2, 3 <www.youtube.com/watch?v=DCA_QCE4Op8>
4 <www.lamborghini.com/it-en/news/lamborghini-marzal-incanta-grand-prix-monaco-historique>
6 <ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/04/24/la-lamborghini-acquistata-dalla-chrysler.html>
7 <ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/18/il-diablo-oriente.html>
<www.lamborghini.com/it-en/brand/design>
<www.brandforum.it/logo_tales/373/lamborghini>
<www.lamborghini.com/it-en/brand/storia>
<www.lamborghini.com/en-en/brand/history>
<www.museolamborghini.com/it/la-storia/#storia0>
<www.youtube.com/watch?v=ApcSHVTr8UE>